Il Kenwood R5000 è un ricevitore HF doppia conversione (AM/SSB) o tripla conversione (FM), in grado di coprire la gamma 0.1~30 MHz.
Il front-end dispone di 10 filtri passa-banda e, soluzione all’avanguardia per l’epoca, negli stadi RF vengono impiagati dei transistor JFET.
In configurazione base, l’R5000 permette di selezionare la larghezza di banda fra 2.4, 6 e 12 kHz anche se quest’ultimo viene selezionato automaticamente quando solo si passa al modo FM (praticamente utile solo se si dispone del convertitore VHF opzionale). Il selettore di larghezza di banda dispone anche di una posizione “AUTO” con cui la larghezza di banda impostata in AM è 6 kHz e in SSB 2.4 kHz.
Le opzioni installabili sono:
- Il sintetizzatore vocale VS-1
- L’interfaccia RS-232, composta da due opzioni: IC-10 (che consiste in un kit composto da 2 chip da installare internamente) e l’IF-232C (che consiste in un convertitore di livello esterno verso RS-232)
- Il convertitore VHF VC-20, che permette la ricezione da 108 a 174 MHz
- Il kit di alimentazione DCK-2, per permette di alimentare a 12 V l’apparato, cosa molto buona visto le temperature raggiunte dall’alimentatore interno
- 2 filtri opzionali SSB e CW a scelta fra:
- YK-88C, filtro CW da 500 Hz a -6 dB
- YK-88CN, filtro CW da 270 Hz a -6dB
- YK-88SN, filtro SSB da 1,8 kHz a -6 dB
- YK-88A-I, filtro AM da 6 kHz a -6 dB
Come dicevo, è possibile installare contemporaneamente due filtri opzionali, fra quelli elencati, secondo la seguente tabella di compatibilità:
Il Kenwood R5000 è diventato abbastanza raro da trovare e ancor più raro è diventato trovare una radio che funzioni al 100%. Oltre alle consuete cautele da applicare quando si acquista una radio usata, specie se “vintage”, nel caso dell’R5000 bisogna assicurarsi che il tastierino numerico e il selettore di modalità funzionino perfettamente.
Purtroppo questo è uno dei punti deboli di questo ricevitore in quanto dietro la tastiera c’è un interruttore a membrana che, con il tempo si ossida o addirittura si “disintegra”. Il sintomo è molto semplice da identificare: quando si digita una frequenza, verranno visualizzate più cifre invece di una sola.
Altro punto debole di questo ricevitore, come detto sopra, è il notevole riscaldamento dello stadio di alimentazione a 220V. Da qui il consiglio di alimentarlo a 12V con il kit (quasi introvabile) DCK-2 o con una delle tante soluzioni fai-da-te che si trovano in rete. Per rispettare questo ottimo ricevitore, fate un lavoro pulito: rimarrete soddisfatti e la modifica durerà a lungo. Io ho optato per una soluzione “intermedia”.
Sono riuscito a trovare dalla ditta IRAE2 un kit DCK-1 NOS, che però è adatto per l’R1000. Ho creato una piastrina in alluminio con un foro su misura per il connettore DC (che è uguale per i due modelli di radio) e ho rifatto il cavo che dal connettore va alla scheda di alimentazione. Tutto pulito e reversibile.
Riassumendo quindi, se trovate un R5000 in buono stato compratelo senza indugio. Non ve ne pentirete: la qualità di ricezione è semplicemente eccezionale.
Per quanto riguarda il funzionamento, a mio parere l’R5000 è alla pari con il JRC NRD-535D, ma lo ritengo molto più piacevole e rilassante come qualità sonora.
Nel mio caso, il punto di partenza è stato sicuramente aver trovato un esemplare di R5000 in condizioni esteriori ed elettriche perfette. Questo ha richiesto tempo e pazienza.
Dal punto di vista estetico, uno dei problemi dell’R5000 è il pannello frontale che non essendo costruito con materiali “eccelsi”, si presenta spesso con graffi, “tacche” e lucidature in vari punti del pannello.
Dal punto di vista elettrico, uno dei punti delicati è sicuramente il VCO, la cui “cera”, depositata in fabbrica sul circuito stampato a protezione dei componenti, in alcuni stock di apparati letteralmente corrode i componenti stessi, arrivando allo sgancio del VCO e alla necessità, per procedere al ripristino, di eliminare completamente tale “cera” e decontaminare il circuito stampato prima di procedere alla rimozione dei componenti. Un lavoro che nessun tecnico vi farà mai perchè antieconomico per entrambi.
Fortunatamente il mio esemplare era esente da questo problema.
In ogni caso, dopo averlo ricevuto, ho controllato le viti, che generalmente sono un’ottima “spia” circa eventuali smanettamenti e/o riparazioni. Fortunatamente erano intatte.
Proseguendo oltre, l’ho aperto e verificato con grande soddisfazione che anche internamente era perfetto, privo di segni di manutenzione precedente. Anche gli schermi metallici non presentavano segni di impronte digitali. L’assenza di imballi e manuali è stata ampiamente compensata dalle condizioni generali.
Essendo privo di opzioni e mirando ad ottenere un modello full-optional, sono passato alla ricerca degli accessori, altra attività che ha richiesto pazienza.
Inizialmente ho cercato il convertitore VHF VC-20, opzione abbastanza semplice da trovare, anche se spesso i prezzi sono elevati e non giustificano la qualità del prodotto, nè del funzionamento.
Finalmente ne ho trovato uno in ordine elettricamente, ma con dei punti di ruggine/ossido su uno dei coperchi. Connettori e circuiteria interna immacolata.
Di seguito è possibile vedere qualche foto delle condizioni iniziali all’esterno e all’interno.
Ho smontato il coperchio danneggiato, ho dato il convertitore di ruggine, quindi, una volta secco, ho carteggiato la superfice con carta vetrata via via sempre più fine. Fatto questo, ho eseguito una pulizia profonda con il pre-paint, una passata di primer e un paio di mani leggere di zincatura spray.
Una volta secco è tornato come nuovo. Ovviamente ho avuto la fortuna che il pannello recante il seriale, non recava nessuna traccia di ossido.
Qui sotto è possibile vedere il risultato dopo il lavoro e il convertitore installato.
Un’accortezza: qualora acquistaste un convertitore che è stato smontato da un R5000 (quindi non un modulo NOS), accertatevi che vi venga fornita la staffa indicata nel disegno sotto, che serve a sostenere posteriormente il convertitore, evitando che ogni sforzo meccanico insista sul pannello posteriore della radio.
Il passo successivo è stato pensare ai filtri. Il mio obiettivo era di trovare l’YK-88SN (filtro SSB stretto, 1.8 kHz) e l’YK-88C (filtro CW stretto, 500 Hz), però gli unici che in quel momento sono riuscito a trovare usati erano la versione con il “-1” finale (ovvero YK-88SN-1 e YK-88C-1) che contraddistinguono i modelli montati su circuito stampato, generalmente usati nei ricetrasmettitori.
Ho quindi provveduto a dissaldarli con la classica pompetta succhiastagno.
Per il resto ho provveduto all’installazione come da manuale d’uso, verificando con l’occasione il perfetto stato delle schede interne.
Questo infine è il risultato finale (il filtro YK-88S che si vede in foto era già installato):
Il prossimo passo sarà trovare ed installare l’interfaccia RS-232, che, come scritto sopra, è composto da due parti:
- Il kit IC-10
- L’interfaccia IF-232C
Il kit IC-10 (una foto è visibile sotto) è composto da due integrati:
Il kit originale è molto difficile da trovare e quando lo si trova è molto costoso. Ovviamente non ha senso l’acquisto. Penso che opterò per l’acquisto dei singoli chip.
Qui sotto è riportato lo schema di installazione. Le viti indicate dalle frecce non è necessario smontarle completamente. Basta allentarle.
Per quanto riguarda l’interfaccia IF-232C questa converte i segnali TTL ai livelli RS-232C. Ovviamente il requisito è di avere un PC dotato di tale porta.
Se si dispone di un PC moderno e non si desidera l’originalità degli accessori, è possibile impiegare uno dei tanti convertitori TTL-USB e un cavo da realizzarsi appositamente per il collegamento alla porta DIN.
Infine, rimane il sintetizzatore vocale VS-1, piuttosto difficile da trovare in Europa e costoso. Vedremo se capiterà l’occasione:
Esiste anche la versione compatibile prodotta dall’americana Piexx (modello VS1PX) (https://www.piexx.com/index.php?main_page=product_info&products_id=24) dal costo di 79 $ più spedizione e dogana.